Quanti caffè si possono bere al giorno? Dosi consigliate, benefici e controindicazioni

Il caffè è uno dei migliori alleati della nostra routine quotidiana, già a partire dal mattino per cominciare la giornata con sprint ed energia. 

A dispetto di numerose opinioni contrastanti, la scienza ha dato ragione a chi sostiene le proprietà benefiche del caffè. Tutti gli studi più recenti confermano la possibilità di assumere fino a 4 caffè al giorno, senza che ci siano effetti collaterali. 

Vediamo nel dettaglio quali sono le dosi giornaliere di caffè consigliate, i benefici dell’assunzione e gli svantaggi di un suo uso smodato ed eccessivo. 

Quanti caffè al giorno: la dose massima consigliata

Lo studio riportato dal New England Journal of Medicine ha confermato che l’assunzione media giornaliera di 2 caffè aiuta a stimolare il metabolismo e ad attivare l’attenzione, senza indurre i rischi connessi invece ad un consumo eccessivo di caffeina. 

Questo studio, confermato da quelli trasmessi dalle Università pubbliche di Singapore ed Harvard nel dipartimento di scienza della nutrizione, ci dà conferma di quanto il pubblico internazionale sia effettivamente un appassionato consumatore della caffeina. 

Ma, ovviamente, ogni medaglia ha il suo rovescio: se da un lato la media giornaliera delle due tazze (a colazione e pranzo) cui siamo abituati nel Bel Paese è esattamente nel range della perfetta salute, molto spesso si rischia di eccedere nel consumo di caffeina. In questi casi, se si supera la dose quotidiana raccomandata (meno di 400 mg/die) il nostro corpo rischia di andare in sovraccarico. Ma vediamo bene il perché.

Come funziona l’intossicazione da caffeina? Su cosa agisce il caffè nel nostro corpo?

La caffeina è la medesima molecola che troviamo nel thè (con il nome di teina) famosa per i suoi effetti eccitanti.

Fondamentalmente, la caffeina ci impedisce di percepire stanchezza: l’effetto è dovuto alla sua inibizione dell’enzima che si occupa di degradare le sostanze di scarto nel nostro corpo.

La caffeina si comporta da antagonista contro l’adenosina, la molecola energetica che ci permette di svolgere tutte le attività dinamiche e metaboliche dell’organismo. Quando ne abbiamo usata tanta, l’adenosina viene degradata da un lato, dall’altro assorbita dai recettori del cervello per segnalare al corpo che siamo in affaticamento. 

Questo stesso fenomeno induce il sonno nei neuroni: ne va da sé che non riuscendo a trovare adenosina (ma solo caffeina!) il nostro corpo non si ferma. Ecco che lo sprint del nostro caffè può diventare dannoso per il sistema cardiovascolare e l’irritabilità, perché ci impedisce di riposare l’organismo.

Troppo caffè: a chi fa male

La caffeina in eccesso fa male a tutti, ma alcune categorie devono essere particolarmente attente al suo consumo: pensiamo a chi sta facendo terapie particolari con farmaci antidepressivi e antipertensivi, broncodilatatori o antibiotici chinolonici. 

In questi casi bisogna stare particolarmente attenti all’eccesso di caffeina, così come nei periodi di gravidanza e allattamento. Infatti è stato dimostrato che la caffeina, oltre a penetrare nel cervello facilmente, è anche capace di oltrepassare la placenta ed essere pertanto metabolizzata dal feto in forma ridotta. Gli effetti del caffè sul bambino possono pertanto essere piuttosto dannosi, e andrebbe limitato il più possibile il suo consumo.

Caffè ad uso moderato: i benefici per il nostro corpo

A dispetto di tutti gli effetti collaterali finora presentati, c’è da tenere presente che si tratta dell’uso massiccio e indiscriminato della bevanda: al contrario, un uso moderato e salutare ha numerosi aspetti positivi da garantire al nostro corpo. 

Primo fra tutti, è stato recentemente dimostrato che la caffeina stimola il metabolismo, inducendo una significativa riduzione del peso corporeo se associato ad una dieta sana per dimagrire. 

Inoltre, le funzioni cognitive indotte da un uso modico di caffeina sono certamente migliorate, in quanto la stanchezza viene percepita con minor intensità: ne deriva maggior facilità di studiare e lavorare, anche nelle ore notturne. 

Una interessante correlazione è stata inoltre riportata dal New England Journal of Medicine per quanto riguarda caffè e diabete di tipo due: andando a stimolare l’attività metabolica, infatti, la caffeina riduce l’accumulo di zuccheri nel fegato, inducendo una minore sensibilità insulinica nei tessuti. In questo modo, soprattutto se il caffè non è zuccherato e non si eccede nel suo consumo, gli effetti benefici vengono anche associati al funzionamento del sistema cardiovascolare.

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